Maggio 2010


Silenzio, omissioni, depistaggi, false rassicurazioni.

Silenzio tombale degli organi di informazione regionali sulla situazione della diga del Pertusillo. Uno strano connubio tra potere politico, interessi industriali e organi mediatici. Tutto il mondo mediatico asservito, che omette le verità, che oscura i fatti e che disinforma la popolazione lucana, illudendola che tutto vada bene. In questo campo, le differenze tra destra e sinistra, scompaiono. Un esempio è anche quello rappresentato dall’assessore all’ambiente Agatino Mancusi, che si riunisce con gli enti locali per discutere le problematiche ambientali del territorio, ma da queste riunioni esclude gli organi di informazione, negando notizie alla popolazione interessata dalla vicenda particolare. Un modo di fare alquanto inusuale, per non dire altro.

fonte: Basilicata Radio 2

Con l’acqua della diga, secondo mie supposizioni logiche, verrebbe ancora prodotta energia elettrica, nella vicina centrale idroelettrica, e dopo, invece di essere indirizzata al depuratore per essere potabilizzata, verrebbe riversata direttamente nel fiume Agri. Questo lo si potrebbe notare anche dal copioso flusso di acqua che riempie il letto del fiume, del tutto inusuale in questo periodo dell’anno. Perché accadrebbe ciò? Perché l’acqua della diga sarebbe talmente inquinata che neanche i depuratori riescono a potabilizzarla.

fonte: Basilicata Radio 2

Gli enti regionali preposti alle dovute verifiche tacciono, nascondono le analisi, rilasciano qualche nota alle agenzia di stampa, ma nascondono le cause vere di questo improvviso scurirsi delle acque. La verità, che ci viene nascosta, è che la diga è completamente nera e presenta una schiuma superficiale biancastra, che si aggiunge ai tanti rifiuti solidi urbani e pericolosi presenti sulle rive del lago. La popolazione limitrofa ed interessata, tace, perché rassicurata dai fallaci organi di informazione lucani. Gli enti preposti non sanno cosa fare per risolvere la situazione, non sanno come intervenire e non sanno come tamponare, non ne hanno i mezzi e le capacità.

fonte: Basilicata Radio 2

Anche la pista investigativa, che riguardava lo sversamento di melassa da uno stabilimento industriale di Viggiano, è stata dimenticata, forse perché falsa o almeno non rilevante, ma comunque ha sviato l’opinione pubblica dalla vera causa dello scempio. Una spiegazione infatti potrebbe essere l’emissione di idrogeno solforato, proveniente dai pozzi petroliferi e dal centro oli, oppure il susseguirsi illegale di sversamenti di reflui fognari, oppure di reflui industriali e petroliferi, o tutte e tre le cose insieme, e chissà cos’altro che noi non sappiamo, che non si deve sapere, e che a Potenza, assessori e presidenti, potrebbero sapere.

Le domande che tutti noi dovremmo farci sono molte. Alcune potrebbero essere: perché nessuno parla più di questa questione, anche se ancora la diga è nera? Perché gli enti preposti non rendono pubbliche le analisi? Sul sito dell’Arpab non c’è neanche una foto, neanche una parola sull’accaduto, tutto per non creare falsi allarmismi. Ma le trote e i pesci nella diga sono impazziti? E se tutto è in regola perché l’acqua non viene normalmente depurata? Un’omertà schifosa. Perché i giornali e i telegiornali non ne parlano? Io personalmente ho informato via e-mail Striscia la Notizia, Ambiente Italia, il TG3 e il TG2 sperando in un loro interessamento, perché non riesco più a fidarmi degli enti regionali. Altre domande potrebbero essere: perché l’assessore Mancusi, nelle sue riunioni con gli enti locali, sia in questa occasione, che nell’occasione delle estrazione petrolifere nell’alto Bradano, tiene fuori gli organi di informazione? C’è qualcosa da nascondere? C’è qualcosa che non si dovrebbe sapere? E poi: i consiglieri regionali di destra e sinistra eletti in quelle zone cosa hanno detto? Hanno visto le acque nere? E possibile che non gliene freghi assolutamente nulla della loro popolazione e del loro territorio? Vorrei ricordare anche un’altra cosa: le acque del Pertusillo si riversano nell’Agri, attraversano vari territori comunali, arrivano fino alla diga di Gannano e poi parte viene utilizzata per l’irrigazione della piana metapontina e parte viene riversata ancora nell’Agri, fino ad arrivare al mare, tra Policoro e Scanzano Jonico, dove molti lucani vanno al mare.

Solo una radio si salva in questo mondo omertoso: Basilicata Radio 2, e le foto inserite in questo articolo le ho prese dal loro sito internet.

Nei giorni scorsi è apparsa in numerosi blog e giornali, la notizia che, con l’emendamento D’Alia, si porrà un bavaglio al web, limitando così la libertà di parola in internet. Il capogruppo dell’Udc al Senato ha risposto alle accuse con un video, nel quale spiega la sua posizione e rettifica le notizie date in modo improprio da numerosi siti.

Ma mettendo da parte la cronaca dei fatti, mi soffermerei a fare una riflessione su internet e sulla libertà ad esso collegata.

Premetto: il mio non è un articolo scritto per tessere lodi a qualsivoglia partito, non è mia abitudine autocompiacermi delle cose, lo trovo anzi inutile.

Il mio è un articolo di dimostrazione seria dei fatti, di testimonianza, non di difesa, non sono un avvocato. Un articolo nel quale sento quasi il dovere di esprimere ciò che penso nei riguardi di questo argomento, essendo io direttamente interessata, in qualità di blog-writer.

Vi confesso che, leggendo su vari blog articoli di persone che accusano l’Udc di voler imbavagliare internet, mi è scappato un sorriso. Forse chi ha scritto queste cose non sa quanto questo partito stia lottando per un’informazione in rete che sia più libera possibile e che permetta a noi, semplici cittadini di periferia, di parlare di qualcosa che le tv e i giornali ignorano.

Ecco perché è nata l’esperienza dei blog di Estremo Centro e dei volontari web, di noi ragazzi che da ogni parte d’Italia, attraverso un mezzo libero come il blog, cerchiamo di portare sotto gli occhi di tutti problemi che riguardano i cittadini.

Problemi e questioni che interessano la gente comune, quelle persone che fanno poca “notizia”, ma che sono i veri protagonisti del Paese Italia. E allora, dov’è il bavaglio?

La nostra libertà sta in questo: nello scoperchiare pentole, troppo a lungo chiuse a pressione.

E il nostro obiettivo non è quello di fare pubblicità, ma di gridare, in un Paese in cui domina un assordante silenzio dell’informazione pubblica.

Noi odiamo i bavagli: sono troppo stretti, e poi, diciamocelo, con il caldo di oggi, sopportarli diventerebbe davvero difficile.

Marta

Una mafia che favorisce i soliti, penalizzando i migliori.

Il concorso pubblico che ha fatto scandalo, dopo l’articolo della Gazzetta del Mezzogiorno, si riferiva all’assunzione di un collaboratore tecnico – amministrativo presso il Consiglio Regionale. La questione non è chi l’abbia vinto, ma come sia andato a finire il solito concorso pubblico ad hoc. La vicenda è semplice: 10 soggetti preselezionati, valutando requisiti e test selettivi, sono stati cacciati dalla graduatoria perché avevano un titolo di studio superiore rispetto a quello richiesto dal concorso.

Il Palazzo della nostra casta

582 partecipanti al concorso per un posto a tempo pieno ed indeterminato. Dopo alcune selezioni sui titoli di studio, sulle competenze e sull’esperienza, sono passati a 92 aspiranti accettati per proseguire le selezioni, ed infine ne rimasero solo 10. Ma la segreteria generale del Consiglio Regionale della Basilicata ha comunicato a questi 10 bravissimi e competenti lavoratori, che non sono idonei al posto di lavoro in palio. Perché loro hanno un titolo di studio professionale o amministrativo – contabile quinquennale, invece di uno triennale, come richiesto dal bando di concorso.

Molti partecipanti chiesero, prima di partecipare, se c’era differenza, secondo le procedure concorsuali, tra un titolo di studio quinquennale e uno stesso titolo triennale, e il contac center non seppe dare le dovute delucidazioni. Quindi i 10 migliori sono stati esclusi e tra i restanti 82, verranno selezionati altri primi 10, con il titolo di studio richiesto, cioè quello triennale, per partecipare alla selezione decisiva, che decreterà il vincitore.

Ma non si poteva scrivere prima nel bando che si sarebbero accettati solo, e dico solo, i partecipanti con un titolo di studio triennale e tutti gli altri no? I bandi presentano un’elasticità sconcertante, fatta per consentire a chi seleziona i partecipanti,  di discernere con discrezionalità le qualità e i titoli, in base ad un unico criterio: trovare qualsiasi cavillo per eliminare i partecipanti migliori del “Prescelto”. Prescelto per il quale il concorso è stato fatto, e non il viceversa. Il concorso è fatto a misura del “Prescelto” e se qualcuno è meglio di lui, lo eliminano con qualche giochetto discrezionale.

I migliori 10 sono stati esclusi e illusi di poter almeno, con una piccola probabilità, avere un posto di lavoro a tempo pieno ed indeterminato. Ed invece i primi dieci sono stati cacciati a calci nel culo perché uno, due o tre schifosi raccomandati, figli di chissà chi, con la spinta del potente di turno li ha “scavalcati” in graduatoria. Uno schifo, uno scempio, che di certo avvilisce ancor più i primi dieci migliori partecipanti. Unica colpa di questi bravissimi lavoratori, era quella di aver studiato due anni in più degli altri e di aver speso un po’ di tempo e soldi in più per avere un titolo di studio spendibile. Ma nella nostra regione un titolo di studio spendibile questi signori schifosi se lo mangiano a colazione, perché non è “il titolo di studio” che volevano loro. C’è bisogno di un altro titolo di studio: la lettera di presentazione e raccomandazione inviata, all’assessore o al dirigente di turno, dal signorotto del luogo.

Molte volte c’è chi la raccomandazione la va a chiedere, molte volte ti arriva (ma qualcun’altro l’ha chiesta per te). Una cosa è certa: la tua futura vita, sarà un’esistenza lavorativa e post lavorativa supina al volere del tuo raccomandante e del potente di turno. Un inchinarsi ringraziando che straccia qualsiasi parvenza di dignità o orgoglio che si può avere.

Quello che ci viene chiesto in Italia, in Basilicata, e soprattutto a Potenza, è una sola cosa: a chi sei figlio? Quello che ci viene insegnato con questo comportamento della pubblica amministrazione e della politica, ha un qualcosa di degradante, che mina la nostra autostima, le nostre convinzioni, le nostre libertà e le nostre aspirazioni. E questo i porci a Potenza lo sanno e se ne approfittano. Siamo succubi dei giochi sporchi di un’amministrazione pubblica che ha dello scandaloso e del perverso.

Uno schifo che i giovani lucani hanno subito.

I titoli dei giornali erano eloquenti qualche giorno fa: “La nuova Giunta cerca «nuovi modelli che diano maggiori garanzie ».” Io mi chiedo: garanzie per chi? Per i raccomandati? I politici si sono accorti che i loro raccomandati erano troppi e provenienti da tutte le parti ed erano anche superiori alle 1000 unità? Che forse qualcuno se ne sarebbe accorto, essendo molti i giovani richiedenti il tirocinio, preparati e con un titolo di studio ottimo? Molti hanno detto che sarebbe servito per inserire precari nel mondo della pubblica amministrazione, ma secondo i titoli e le caratteristiche richiesti, sarebbero sicuramente stati accettati solo giovani studenti e non precari.

Emblematica la dichiarazione dell’attuale assessore al lavoro, Rosa Mastrosimone, dell’Italia dei Valori (quali valori?) sulla vicenda del bando, sospeso per mano sua: «Voglio chiarire che non è stato soppresso o ritirato. E’ stato semplicemente sospeso perché c’era qualche problema. Ma stiamo già lavorando celermente a risolvere i problemi per dare una risposta alle tante richieste». Un dubbio si insinua: tante richieste? Da chi? Lettere di raccomandazioni? Pizzini?

Vere e proprie farse preelettorali. Incredibili pratiche clientelari. Possibile che non ci sono altre forme di lavoro dipendente da incentivare, invece dei tirocini per i giovani, per inserire lavoratori a tutti gli effetti in quegli enti  in cui manca organico? Forse così non si potevano illudere 13.000 giovani e le loro famiglie. I tirocini banditi dalla regione Basilicata sono illegali. Lo conferma il senatore Pietro Ichino, professore del diritto del lavoro, che duramente ha criticato questi contentini preelettorali, definendoli qualche settimana fa: “gravissima deformazione assistenzialistica delle politiche del lavoro”. In più “l’illegittimità si spiega con il superamento del tempo di durata massimo consentito per i corsi rivolti ai disoccupati.” Altre parole usate dal senatore sono esplicitamente: truffa, abuso, violazione della disciplina sul lavoro, assistenzialismo, contra legem. E il sen. Ichino appartiene allo stesso partito del Presidente De Filippo. Moscia e politica fu la risposta dell’allora assessore al lavoro Antonio Autilio (sempre dell’Italia dei Valori, a modo loro).

Una puntualizzazione va fatta: tutti i consiglieri della vecchia legislatura hanno votato l’approvazione del bando dei tirocini, da destra a sinistra, passando per il centro. Quindi tutte le dichiarazioni fatte in questi giorni da questi signori, sono, lo ripeto, false, ignobili e offensive per tutta la popolazione lucana. Questi signori non riescono a decretare dei semplicissimi tirocini, per mille innocenti giovani, e trovano problemi e difficoltà. Dove? Nel sistemare  i loro preferiti e nel non farsi scoprire. Non c’è altra spiegazione. I soldi ci sono, la volontà politica c’è, manca solo la limpidezza delle procedure. Ricordo che: l’attuale assessore che ha revocato i bandi è dello stesso partito del suo predecessore, quindi non mi si dica che ci sono problemi politici. Saranno diverse le lettere di raccomandazioni e gli interessi da tutelare. Chissà.

Unici responsabili di questo scempio ignobile sono i politici lucani, tutti. Quelli che hanno creato i tirocini, quelli che li hanno votati, quelli che li hanno prorogati, quelli che li hanno riprogrammati, quelli che li hanno rinviati per “un periodo di riflessione”, quelli che sparano minchiate sulle agenzie di stampa con dichiarazioni insulse ed offensive per l’intelligenza lucana. Questi signori hanno estorto voti grazie alla visione futura dei tirocini. Politici autoreferenziali  che non hanno per niente avuto problemi a revocare i tirocini una volta terminate le procedure elettorali.

Ho raccolto testimonianze di raccomandazioni e spintarelle e lettere inviate a chi di dovere per modificare il vero e sincero responso dei risultati, che invece di essere limpidi, risultano fallaci e profondamente illegali e immorali. Anche il tirocinio, in Basilicata, diventa una corsa all’oro, una lotta di sopravvivenza dove tutto è lecito, purché si arrivi al tanto sudato obiettivo. Tirocini in ogni comune della regione, per non scontentare nessuno, per non offendere il potente locale e per garantire un po’ a tutti le dovute briciole per i pecoroni che li hanno votati, lasciando il rospo da ingoiare a tutti gli altri fessi, che pur meritando ed avendo i migliori risultati, secondo il bando del tirocinio, non riusciranno mai a superare la cupola di illegalità che regna sovrana su queste farse programmate.

Oggi, sul sito di Pier Ferdinando Casini, leader UDC, c’è una bellissima riflessione sul tema delle infrastrutture: Infrastrutture, l’Italia tagliata in due.

Bene, è proprio l’occasione di fare una riflessione su questo tema, tanto attuale quanto sottovalutato. Quanto è amaro parlare di infrastrutture, in una regione che ne è quasi priva!

Gli esempi sono tanti, e toccano tutti i tipi di trasporti: da quelli aerei a quelli stradali, senza sottovalutare i problemi legati alle ferrovie.

Analizziamoli uno alla volta.

Innanzitutto, per quanto riguarda i trasporti aerei non si può sottovalutare la famigerata “Pista Mattei” a Pisticci , di cui se ne parla da sempre, ma ancora incompleta. E’ una situazione che si protrae da troppi anni, ed è assurdo che sia così per una regione che ambisce a candidare Matera come città europea della cultura 2019.

Ma neanche se parliamo di trasporti ferroviari, la situazione è migliore. Treni che registrano costanti ritardi, oltre che vecchi e lenti. Ma, vivendo nella provincia di Potenza, nonostante tutto, mi reputo fortunata: almeno qui c’è una linea delle Ferrovie dello Stato che collega la provincia. Tutt’altra storia per Matera, che attende ancora la linea ferroviaria Matera-Ferrandina, che possa collegarla con il resto d’Italia. Ripeto: assurdo, se ripensiamo alle considerazioni fatte prima.

E poi, dulcis ( o meglio, amarus!) in fundo: la rete stradale lucana. Quante opere incompiute, e quante strade “disastrate”? Ci siamo già occupati di questi problemi, più di una volta, e pochi, anzi, pochissimi progressi sono stati fatti.

Troppe strade sono abbandonate e perciò dissestate, strade che hanno dimenticato cosa sia la manutenzione e che, specialmente nella stagione invernale, finiscono per determinare un tristissimo isolamento della Basilicata, chiusa in un piccolo angolo di Sud, lontana, troppo lontana dal Nord, divisa da chilometri e chilometri di problemi.

E’ una situazione grave e sottovalutata, perché dalle infrastrutture si determina tutto lo sviluppo delle regioni, è inutile negarlo. Il segreto è proprio questo, essendo difficili le comunicazioni, vivere e lavorare diventa a sua volta molto difficile.

Non è però il momento e il caso di piangersi addosso, molte colpe sono anche le nostre, ma non per questo possiamo accettare che il Governo dimentichi il fatto che esiste ancora una “Questione Meridionale”.

Il sud non può essere dimenticato.

Non parlo di assistenzialismo, parlo di amministrare uno Stato UNITO, dove non ci siano differenze.

Se il sud non progredisce, il nord non gioisce!

Marta

Misteriose macchie di stravaganti colori. Una sola spiegazione.

Mentre ascoltavo la mia radio preferita, Basilicata Radio 2, paladina della giustizia, della libertà e della verità, la mia attenzione è stata attratta da uno spot mandato in onda dalla redazione, che diceva, con un bel sottofondo musicale, queste parole: “Il lago del Pertusillo si è trasformato ormai in una grande e vergognosa e immensa macchia nera, a noi pecoroni di Basilicata viene spudoratamente indicata come conseguenza di particolare, mai accertata, inesistente e misteriosa alga. Dobbiamo credere ancora alle favole o piuttosto pensare ad un disastro ecologico derivante dai pozzi petroliferi che affollano la riva di questa ex meravigliosa bellezza naturale? Meditate lucani, meditate. Stanno distruggendo la valle dell’Agri, la nostra terra.”

Dai giornali si apprende che uno stabilimento industriale di Viggiano, abbia sversato nell’invaso degli scarichi di melassa, che poi ha modificato la concentrazione delle acque. Ma la preoccupazione resta, fino a quando non arriveranno i risultati dell’Arpab.  Della questione sono stati interessati tutti gli organi regionali competenti, per porre rimedio definitivamente alla questione.

Anche il sindaco di Spinoso, Pasquale De Luise, immediatamente allertatosi e preoccupatosi, ha preferito far eseguire controlli chimici a laboratori privati, per sincerarsi della situazione. Dalle analisi si apprende che è proprio l’alga cornuta (nome scientifico Ceratium Hirundinella) la responsabile della colorazione rossastra dell’acqua della diga.

L’alga incriminata è un organismo che si trova anche nel lago di San Giacomo di Fraele e di cui ne è la prevalente forma di vita. Un piccolo bacino sulle Alpi, in provincia di Sondrio, a 1949 metri sul livello del mare, che di inverno è coperto di ghiaccio, con alta presenza di fosforo. La sua acqua è utilizzata solo per produrre energia, infatti mancano altri dati su possibili sedimenti contaminanti e metallici o altri dati chimici periodici. La nostra alga è attualmente presente anche nel lago di Garda. Altre notizie su internet non ho trovato e dell’alga cornuta si è visto poco e nulla in giro per il mondo.

Anche il Corpo Forestale dello Stato si è attivato, presentando denuncia contro ignoti per deturpazioni delle bellezze ambientali. Intanto l’incontro tanto atteso tra Assessore all’Ambiente della Regione, Enti e Comuni interessati, si svolgerà il 24 maggio alle ore 16. Lentissimi ad arrivare i risultati dell’Arpab, che ancora non si pronuncia ufficialmente. Lo fa, invece, Metapontum Agrobios, le cui analisi parlano di assenza di tossicità ma di quantità considerevoli di carica batterica. Confermata anche la presenza dell’alga cornuta e una bassa quantità, comunque di molto sotto i limiti stabiliti dalla legge, dei metalli pesanti come il bario, il boro, il mercurio, l’arsenico.

I Sindaci ringraziano la sinergia messa in campo tra le diverse istituzioni regionali, provinciali, comunali e degli altri enti, per risolvere insieme la questione. E soprattutto ringraziano l’Assessore Agatino Mancusi, per la repentina convocazione del tavolo tecnico per discutere dall’accaduto e per aver preso a cuore la inconsueta situazione.

Molte potrebbero essere le questioni e i vari punti su cui ci si potrebbe soffermare. Perché i sindaci interessati dalla marea rossa, ringraziano così di cuore l’Assessore Mancusi? Una risposta ce l’ho: il vecchio assessore e i suoi predecessori, non adottavano lo stesso comportamento presente e vicino ai territori, che invece Mancusi ha dimostrato in queste pochissime settimane di lavoro. In più quest’alga cornuta raramente si eccita e fiorisce in questo modo senza una causa scatenante, che forse è stata trovata in uno stabilimento abbandonato e nei suoi reflui. Ma un’altra domanda si insinua: perché questo fiorire istantaneo in pochissimi giorni? Se lo sversamento c’è stato, mica si è verificato in 2-3 giorni e mica in un’area abbastanza distesa. Se si, invece, la mano dell’uomo è presente e bisogna indagare. In oltre, è mai possibile che l’inquinamento dovuto alle estrazioni petrolifere non rechi nessun danno alle acque della diga e ai suoi fruitori, pugliesi e lucani, e che non sia corresponsabile di questa enorme macchia rossa sulle acque dell’invaso? Ci sono 57 pozzi nella sola valle dell’Agri, e mai nulla è stato riversato nei ruscelli e nei terreni? Dalla paura che i sindaci e la popolazione hanno dimostrato, io direi proprio che il petrolio è una causa scatenante, altrimenti non si giustificherebbe tanto clamore, o almeno non si giustificherebbe in altre zone del mondo, dove l’alga tranquillamente fiorisce. In Basilicata però nulla va lasciato al caso, soprattutto quando ci sono di mezzo interessi dei potenti.

Dalle notizie date sempre da Basilicata Radio 2, si apprende che le condotte della diga, che la collegano all’impianto di depurazione, per poi potabilizzare l’acqua, sono state chiuse. Un motivo ci sarà. Si apprende anche che i pesci dell’invaso si sono avvicinati alle rive, perché lì l’acqua è maggiormente ossigenata e “respirabile”. Cosa vuol dire? Che qualcosa ha negato una migliore ossigenazione delle acque: l’alga o il petrolio? Un comportamento simile si spiega solo se ci troviamo in inverno e i pesci cercano un fondale basso dove riscaldarsi. Ma non è il nostro caso.

Intervista al Presidente Carmine Nigro.

Ci descriva la situazione infrastrutturale della Provincia di Matera, come la conosce lei: i punti critici del sistema infrastrutturale, i suoi punti di forza.

I punti di debolezza: il mancato completamento della ferrovia FERRANDINA – MATERA – BARI; la mancanza dell’aeroporto, il completamento della grande viabilità di collegamento, l’ammodernamento dei collegamenti dei comuni alla grande viabilità.

I punti di forza: il completamento (in corso di realizzazione) della ex ss 175 ora PROVINCIALE DEL MARE; la costruzione della CAVONICA in corso ri realizzazione; il completamento della BRADANICA; l’ammodernamento della ex ss 277 dallo scalo di GRASSANO A MATERA.

L'ex Presidente della Provincia Carmine Nigro

Ognuna di queste arterie in qualche modo rivoluzionano il sistema delle comunicazioni sul territorio ed aprono territori isolati al grande traffico interprovinciale; mi spiego meglio:

LA CAVONICA oltre a togliere dall’isolamento un comune come San Mauro Forte, collegherà, attraverso la trasversale bassa (pure appaltata), la Val d’Agri e quindi la parte del territorio in cui si estrae petrolio, con la Basentana (scalo di Grassano) e di lì, attraverso la ex 277 e la Bradanica, con la sponda Adriatica del paese; questi grandi traffici non possono che far bene alle aree interne.

LA EX 277 così come si sta ammodernando diventa un’alternativa più breve e sicura per i tanti materani che vanno verso Potenza e verso la Campania  decongestionando di fatto la Matera – Ferrandina;

LA PROVINCIALE DEL MARE (ex 175+ex 288) sarà utile non solamente ai materani che vanno verso le spiagge ma anche ai tanti pugliesi che stanno costruendo case a mare a marina di Metaponto o di Pisticci o di Policoro ed inoltre assolverà meglio la sua funzione per il grande traffico che dalla Calabria muove verso l’Adriatico; come si vede le strada in corso di realizzazione o di ammodernamento aprono il territorio a nuove frequentazioni e ciò può sicuramente servire per implementare nuove attività produttive o di servizi  lungo il percorso,come avviene in altre regioni (vedi Puglia).

Emblematica è la situazione dell’incompleto tratto ferroviario che doveva unire Ferrandina Scalo a Matera, ma che Trenitalia non vuole ultimare, essendo il progetto troppo costoso e poco conveniente. Le chiedo: il futuro delle infrastrutture lucane e materane, passa per le ferrovie? O si prospetta un altro futuro per la Provincia?

Certamente il punto dolente per la nostra Provincia è la mancanza della ferrovia ed il paradosso è quello di considerarla non realizzabile per i tanti fondi che occorreranno e non per i tanti già spesi; comunque il sistema ferroviario è infrastruttura importante di cui non si può fare a meno, non in considerazione dei suoi costi di realizzazione, ma per le maggiori opzioni di sviluppo che dà al territorio soprattutto perché è il tipo di trasporto che costa meno sia ai passeggeri sia per le merci, e tutto finisce per incidere quando c’è da considerare un certo tipo di turismo (quello giovanile e studentesco in particolare) o quando c’è da trasferire le merci soprattutto quelle pesanti e non deperibili. Per queste ragioni l’azione istituzionale non può cessare.

Cosa può fare l’ente Provincia, per programmare un piano di sviluppo infrastrutturale? In quale condizione ha trovato il sistema infrastrutturale della Provincia di Matera quando è diventato Presidente della Provincia? Cosa ha fatto lei e la sua giunta per migliorare la situazione? Quali progetti ha avviato? Ci faccia qualche esempio.

La Provincia ha competenza specifica sulla viabilità e deve, attraverso la sua programmazione incalzare la Regione e le altre Istituzioni nazionali per i finanziamenti: cosa c’è da fare per completare il sistema infrastrutturale viario? Ecco alcune priorità:

-il miglioramento della provinciale che va dalla BASENTANA (Scalo di Pisticci) verso fondo valle dell’Agri (bivio Montalbano e Tursi) e di lì verso la fondo valle Sinnica; in pratica si tratta di una trasversale di collegamento fra le tre strade statali più importanti che attraversano il nostro territorio (Basentana-Agrina-Sinnica);

Incrocio sulla SS 598, direzione Tursi e Sinnica.

-costruzione della Provinciale dei LIDI; l’opera è di recente ideazione ma assai importante per il sistema turistico; mi spiego meglio: se oggi un turista vuole spostarsi dal lido di Metaponto a quello di Pisticci deve tornare sulla ionica e fare un lungo giro e così per Scanzano, per Policoro e per Nova Siri (il tutto con lunghi giri e grandi difficoltà); LA PROVINCIALE DEI LIDI di cui abbiamo già parlato e scritto nella programmazione provinciale invece, si snoderebbe lungo un tracciato già esistente ma non idoneo,ed in pochi minuti consentirebbe di passare da un lido ad un altro senza mai tornare sulla ionica;

-altra priorità è la Matera – Gioia del Colle;

-infine bisogna consentire ai comuni della Provincia di potere essere collegati con la grande viabilità di cui abbiamo parlato in modo più agevole e veloce potendo così godere il beneficio del buon trasporto; mi spiego con un esempio: la Provincia costruisce la Cavonica che passa nei pressi di San Mauro Forte, se il suddetto comune non sarà poi ben collegato con quest’arteria, i san mauresi finiranno per godersela solamente dal balcone di casa questa bella strada e così per i molti altri comuni della nostra Provincia;

Cosa ha fatto il sottoscritto per migliorare la situazione? Le cose che vi ho descritto in questo articolo.

A parer suo, cosa si deve fare per migliorare la situazione attuale? Quale è il freno che rallenta lo sviluppo della situazione odierna? Quali sono gli ostacoli che lei ha incontrato nel suo progetto infrastrutturale? Chi si è opposto?

Occorre fare una buona programmazione puntando sui bisogni veri del territorio ed occorrono risorse finanziarie per poter realizzare le opere; qui bisogna poter contare su un concerto istituzionale forte (Provincia-Regione-Comuni-Governo Centrale).

Ci sono organizzazioni criminali in Basilicata, che cercano di inserirsi nel meccanismo degli appalti e dei sub appalti sulle opere pubbliche? Se si, si tratta di mafie organizzate o di criminali locali? Dobbiamo preoccuparci? Un Presidente di Provincia e la sua giunta possono fare qualcosa contro le infiltrazioni criminali?

Non ci sono particolare allarmi, però bisogna vigilare; il sistema degli appalti è certamente una modalità attraverso la quale questi ingressi si realizzano e mi spiego meglio per quella che è stata la mia esperienza: le gare al massimo ribasso o ancora di più quelle con la media mediata hanno portato sul nostro territorio cordate di imprese pugliesi o campane che poi si sono di fatti aggiudicate numerose gare beffando il nostro sistema imprenditoriale due volte: prima perché i nostri non vincevano nessuna gara e poi se volevano lavorare con i sub-appalti dovevano fare ulteriori ribassi; questo meccanismo di fatti distrugge l’imprenditoria locale.

Cosa facemmo? Dopo un lungo confronto con le associazioni degli imprenditori introducemmo alcuni altri sistemi di gara, previsti nel codice dei lavori pubblici, approvato dal ministro Di Pietro. Allora fui apprezzato anche dall’Api(associazione di appartenenza dell’attuale Presidente Stella). La nuova gestione della Provincia con il nuovo Presidente ha più volte detto che occorreva , nelle gare, maggiore trasparenza ed hanno portato avanti il sistema del massimo ribasso che non ha dato i frutti sperati, anzi ha portato a Matera, dalla vicina Campania imprese che hanno fatto ribassi esageratamente alti, ecc, ecc… Pare che ora si sia tornato alle procedure della mia gestione. Chissà perché questa conversione sulla via di Damasco?

Ringrazio ancora il Presidente Nigro per la sicura disponibilità: rarità nel mondo della politica.

Cari affezionati, è notizia fresca fresca che, finalmente, il famigerato “Piano Casa” approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 17 Ottobre ha trovato una sua utilità.

In quel momento infatti molti sono rimasti stupiti da una così strana legge, senza contare che poi l’attuale situazione economica dell’Italia avrebbe reso ancor meno applicabile l’espansione delle proprie abitazioni. Ebbene ci sbagliavamo.

Dopo 7 mesi ecco che il genio che ha ideato tale piano se ne esce finalmente allo scoperto: parlo proprio del Premier Silvio Berlusconi. E’ notizia di oggi che la Commissione Paesaggistica della Sardegna ha ricevuto richiesta dal Premier per l’ampliamento, grazie alla suddetta legge, della propria abitazione di Villa Certosa.

E qui sorgono spontanee delle semplici e facili deduzioni:
– il Piano-Casa risultava inutile ai più, eppure è stato approvato;
– dopo 7 mesi il Premier decide di ampliare casa sua.

Perché proprio dopo così tanto tempo? Spaventato che il brutto tempo invernale compromettesse i lavori, o c’è dell’altro dietro?

Più verosimilmente, il nostro furbone ha aspettato un bel po’ prima di trarre vantaggio dall’ennesima legge fatta apposta per i suoi interessi (e per quelli della lobby di cui fa parte), in modo che sperasse che la gente dimenticasse quel tanto inutile piano e potesse quindi fare i propri comodi quando riteneva più giusto.

Insomma, una perfetta questione di “timing” per cui Berlusconi, che, ancora una volta, si dimostra non leale; infatti nessuno dei suoi giornali (al momento) non riporta in nessun modo questa notizia che invece ci può leggere in tutti i giornali online super-partes italiani.

Che dire, il lupo perde il pelo ma non il vizio. Quando la gente finalmente aprirà gli occhi e inizierà ad usare la testa?

TEMA: L’AVIOSUPERFICIE DI PISTICCI

Ci narri brevemente la storia recente dell’aviosuperficie di Pisticci. Perché tanti rallentamenti nel suo sviluppo?

La parte che mi ha coinvolto nel tempo più recente parte dal 2004 quando l’allora Presidente Bubbico della Regione ci propose un protocollo d’intesa tra Regione (Bubbico)-Provincia di Matera (Nigro)-Camera di commercio di Matera (Bronzino)-Consorzio Industriale(Minieri), protocollo esteso ai  Comuni di Matera e Pisticci, col quale riprendeva forma l’idea di un partenariato pubblico che si incaricasse di promuovere  un approfondimento tecnico attraverso il quale si ricercasse a livello nazionale ed internazionale una soggettualità competente a gestire il nascente aeroporto; nel frattempo, con i finanziamenti giunti, il Consorzio ha progettato ed appaltato l’intervento, cercando di accelerare i tempi.

L'ex Presidente della Provincia Carmine Nigro

Durante il suo mandato di Presidente della Provincia di Matera, quali azioni ha compiuto per accelerare, il lento processo di sviluppo dell’aviosuperficie di Pisticci? Quali ostacoli ha trovato durante il percorso e le insidie più gravi da chi le sono state recate?

C’era e c’è una strada provinciale, la Sp Pomarico – Scalo Pisticci che difatti ostruisce il prolungamento della pista; la Provincia predispose un progetto, d’intesa col Consorzio industriale, per mettere in galleria quel pezzo di strada di modo che la pista potesse non avere difficoltà di sviluppo. La Provincia utilizzò per questo progetto le economie del patto territoriale che ammontavano a circa un milione e ottocentomila  euro (1milione 800.000 euro). A progetto ultimato risultò un ulteriore fabbisogno di euro 500.000. Percorremmo la strada di recuperare ulteriori economie dal patto territoriale (infatti c’erano circa altri 800.000 euro presso il ministero dello sviluppo economico che dovevano essere riassegnati alla Provincia  e noi attivammo l’iter presso la Direzione Programmazione negoziata per ottenere la risorsa e per non prendere soldi dal bilancio provinciale. Il resto dei ritardi, degli ostacoli, delle difficoltà sono intervenuti successivamente e occorre chiedere ai nuovi amministratori.

Chi non vuole  il compimento dell’ampliamento dell’aviosuperficie? A parer suo perché sono stati bloccati i lavori dell’ampliamento?

Io penso che la necessità di avere l’aeroporto sia ormai avvertita diffusamente anche se i costi di gestione di una infrastruttura del genere  sono elevati e solamente un imprenditore del settore che conosce regola e segreti del traffico aereo e del mercato può avviare l’esercizio.

Se i soldi ci sono, le autorizzazioni ci sono, la volontà politica c’è, cosa manca? Chi sta remando contro? L’amministrazione provinciale attuale, a parer suo, come si sta comportando sulla vicenda del sequestro del cantiere dell’aviosuperficie?

Oltre agli ostacoli posti dalla magistratura, come si dice, il nemico è la lungaggine burocratica ed anche a volte la distratta attenzione delle istituzione che di volta in volta devono fare la loro parte. Mi spiego meglio: se le istituzioni non si coordinano per programmare gli interventi, finiscono per fare la loro parte in tempi diversi e con lunghe pause; già ora bisogna programmare ed operare per la ricerca dei fondi per il completamento, diversamente potrebbero passare altri anni con rischio di pregiudicare anche le cose fatte.

Hangar della futura Pista Mattei

Facendo l’ipotesi che lei fosse ancora Presidente della Provincia di Matera, quanto tempo le sarebbe bastato per ultimare i lavori del cantiere? E se si fosse trovato di fronte ad una situazione del genere, cioè di fronte al sequestro dei cantieri, come si sarebbe comportato?

Non voglio dare i numeri perché non è bello fare il bello quando non si rivestono determinate responsabilità; posso dirvi che l’aeroporto era in cima alle priorità programmatiche e lo abbiamo dimostrato con gli atti compiuti (negli atti sono scanditi anche i tempi del loro compimento); sulle procedure d’appalto è la Provincia che le sceglie; pare che dopo un anno di formali proclami di un moralismo di facciata, stiano andando avanti adottando le procedure della precedente amministrazione che poi le aveva mutuate dal codice dei lavori pubblici; spero ciò serva a correre di più.

Lei crede alla convenienza del progetto di sviluppo economico della Basilicata e dal Metapontino che si basa sull’aviosuperficie di Pisticci? È un sogno o può essere una realtà? Come può la pista favorire lo sviluppo locale?

Quando avviammo il protocollo d’intesa con la REGIONE, il protocollo di cui parlavo all’inizio, si finalizzò l’opera allo sviluppo del turismo del Metapontino e delle attività produttive (principalmente ai prodotti ortofrutticoli freschi che devono arrivare sui mercati in tempi strettissimi per abbattere la concorrenza e per conservare la buona qualità), ma anche delle attività industriali della valle del BASENTO. Lo sviluppo del traffico civile, rivestendo una complessità enorme doveva essere ben articolato anche in relazione ai costi ed alle regole del settore.

Ringrazio di cuore il Presidente Nigro per la sua disponibilità, per il suo prezioso tempo che ci ha concesso, per la sua volontà di dialogare e chiarire temi che stanno molto a cuore ai lucani.

Ho sentito più di una persona, nella mia vita, ripetere, con voce sconsolata “In Basilicata non c’è nulla”. Permettetemi di contraddire con questa teoria, una volta per tutte: in Basilicata c’è tutto, ma mancano le capacità di gestione delle risorse.

Mi spiego. Credo che la Basilicata sia una delle regioni più ricche d’Italia, per quanto riguarda le potenziali risorse, ed è perciò assurdo che sia una delle regioni economicamente più povere non solo d’Italia, ma d’Europa! Perché?

Eppure, non abbiamo nulla da invidiare al resto del mondo! Dov’è il nostro limite?

Abbiamo un bagaglio storico-culturale vastissimo e ricchissimo, città ricche di storia e tradizioni, come Matera, Melfi, Venosa.

Abbiamo una buona quantità di risorse idriche, basti pensare che in Basilicata sono presenti ben 9 bacini idrografici, parzialmente sfruttati.

C’è la risorsa petrolio, che purtroppo si è dimostrata un’arma a doppio taglio , dato che riempie le tasche di solo pochi lucani. Con quale criterio si assegnano, dunque, questi fondi?

Ma non è finita. C’è un’ultima, immensa ed inesauribile risorsa, che nessuno potrà mai strapparci: le bellezze naturali.

Proprio pochi giorni fa, nel Corriere della Sera, sezione Viaggi,  è apparso un articolo su una delle attrattive più in voga in Basilicata: il Volo dell’Angelo.
Al di sopra delle Dolomiti Lucane, nel cuore della Basilicata, sospesi tra le vette di due paesi, Castelmezzano e Pietrapertosa, appesi ad un cavo d’acciaio, è possibile vivere un’esperienza che molti hanno definito unica ed emozionante. Ebbene, da cosa si è partito? Dal nulla.

Tutto ciò che è stato creato si basa sulla bellezza ed unicità del paesaggio lucano. E allora, perché non replicare quest’ottima iniziativa? La nostra terra è troppo bella per non valorizzarla, ma è un qualcosa che tocca fare a tutti noi, con l’impegno, naturalmente, delle Istituzioni e della classe dirigente tutta. Impegno che, purtroppo, è mancato in questi anni, ed è appunto questa la causa principale della povertà della nostra Regione. Ecco qual è stato il nostro limite, ma ora bisogna invertire la marcia.

Bisogna investire sul territorio e sulle capacità regionali. Solo allora potremo parlare di uno sviluppo vero e concreto.

Marta

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