Sembrava un’utopia, un ritornello da risuonare a pochi mesi dai convegni, per avere qualcosa da dire durante i comizi e invece, in un giorno soltanto, quella che sembrava una chimera, sembra aver piantato il primo mattoncino per la sua fondazione.

Infatti, all’indomani della decisione comune di  un significativo gruppo di parlamentari, che hanno scelto di astenersi in merito alla mozione di sfiducia nei riguardi di Giacomo Caliendo, sembra che si sia mosso qualcosa. Dopo due anni di vita, o meglio, di sopravvivenza, ieri è crollato definitivamente il sistema bipolare all’italiana. Così concepito, era un meccanismo che col tempo si sarebbe sicuramente inceppato, e quel momento si è consumato proprio ieri, fra i banchi di Montecitorio.

Un bipolarismo assurdo, innestato nel sistema politico di in un Paese bizzarro, che ha prodotto un blocco e una staticità anormale nella burocrazia italiana, da tempo sui generis.

Ora, dunque, è giunto il momento di voltare pagina, di riscriverne una nuova, per risollevare le sorti di questo Paese. Da oggi, sembra che questa svolta sia stata avviata. Parlo di ciò che può significare questa scelta dei tre esponenti di quella che Casini ha definito “area di responsabilità”,convinti che la cosa migliore da fare fosse la comune astensione.

Da oggi può nascere qualcosa di nuovo, ciò di cui si parla da mesi: il Partito della Nazione. Nonostante il nome non sia ancora sicuro, ciò che è certo è che oggi si è mosso qualcosa.

E’ importante voler aprire le porte di questo progetto, nuovo e innovativo, a chiunque voglia porre al servizio del Paese la propria esperienza e il proprio impegno. Non voglio che questo però significhi svendere il partito: dobbiamo mettere in pratica l’idea di meritocrazia che l’UdC da sempre intende fare propria dell’Italia. Non bisogna assegnare cariche in base a logiche politiche, ma in base al merito. Questa sarà la prerogativa per un partito che possa ambire ad essere protagonista di questa svolta.

Cosa succederà, non è lecito saperlo. Possiamo solo aspettare, e vedere.

Lo scopriremo solo vivendo.

Marta